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Un 2013 molto positivo appena lasciato alle spalle, un 2014 di grandi speranze. Questo è il “riassunto” estremo del pensiero di Luigi Ferraro, coordinatore tecnico nazionale della Federazione Italiana Rugby Football League (Firfl), sull’anno appena passato e su quello che è iniziato da pochi giorni.

«Il 2013 rimarrà un anno molto importante nella storia della Federleague – rimarca Ferraro – per diversi motivi: abbiamo formato un campionato di nove squadre divise inizialmente tra nord, centro e sud Italia, poi abbiamo disputato a Palmi un test match tra la nostra Nazionale maggiore e una selezione internazionale, inoltre per guidare la squadra azzurra è stato scelto un personaggio di grande spessore tecnico come Ty Sterry e siamo riusciti ad organizzare pure un raduno Under 17 ad Avezzano per iniziare un percorso sui giovani». Insomma le linee guida sono state tracciate, ma la Federleague non vuole certo interrompere proprio ora la sua crescita. «Di idee in cantiere ce ne sono diverse e a breve saranno ufficializzate – dice Ferraro -. In questo 2014, comunque, dovremmo fare un ulteriore passo in avanti dal punto di vista della crescita rispetto allo scorso anno. L’obiettivo è quello riuscire ad aumentare il numero di partecipanti al nostro campionato, mentre le attività ufficiali a livello di club inizieranno a marzo con la Coppa Italia. La nostra agenda di appuntamenti “azzurri” dovrebbe essere ricca di eventi molto importanti, così come sarà fondamentale continuare il nostro lavoro sui giovani. In questo senso abbiamo organizzato un importante corso tecnico a Londra (a cui lo stesso Ferraro e altri allenatori hanno partecipato, ndr) proprio per avere la capacità di far avvicinare ancor di più i ragazzi alla nostra disciplina. Sulla scia di quell’esperienza a breve organizzeremo incontri anche in Italia per spiegare nel dettaglio le regole e i principi del rugby a 13». Sport, ma anche molto sociale nell’idea di fondo della Federazione Italiana Rugby Football League. «Ci sono diversi progetti sulla carta o già concretizzati – conferma Ferraro -. Uno di quelli a cui teniamo di più è certamente il “Kenya Charity Camp” attraverso il quale i nostri tecnici federali stanno provando a infondere i valori del rugby league agli sfortunati bambini degli orfanotrofi di Watamu e Malindi, vale a dire due delle città più importanti della nazione africana. A novembre due nostri allenatori sono già stati in Kenya e nel giro di un mese ci ritorneranno».

 

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