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Quando è stata stilata la lista dei convocati per il tour dei Lions avevo commentato come secondo me l'allenatore del Galles avesse palesemente sbagliato.
Le esclusioni eccellenti di Robshaw, ma soprattuto di Wilkinson (insignito del premio di miglior giocatore europeo per la stagione appena conclusa) non le avevo proprio capite.
Poi però la squadra ha preso forma e vedendone i progressi, mi sono convinto di come una coerenza sostanziale, alla luce dei risultati raggiunti sino ad oggi dal team, sia palese.
La premessa: HSBC Waratahs - British & Irish Lions è stata una partita vera.
Il 17 a 47 finale è certamente un risultato che lascia poco spazio ai dubbi, ma è molto meno scontato di quanto possa apparire ad un primo sguardo. In particolare per chi ha visto la partita.
Ok, siamo d'accordo, Zebo che si invola in meta (poi non convalidata) dopo nemmeno un minuto fa sembrare tutto il ragionamento privo di basi, ma al di là di questo primo episodio il proseguo del match ha mostrato a tratti equilibrio in cui le individualità hanno fatto la differenza.

Lions molto più in palla sotto l'aspetto agonistico, con molto meno affanno e molta più freddezza nel gestire situazioni che nella partita contro i Reds di Quade Cooper avevano dato più di un grattacapo.
Diverse mete segnate (sei a due il conto delle mete finale), tutte di pregiata fattura.
Si diceva delle individualità: il valore oggettivo dei giocatori in maglia rossa era palesemente superiore a quello dei Waratahs (sebbene Carter abbia dimostrato che segnare 2 mete ai Lions sia tutt'altro che impossibile), ma a colpire oltre questo aspetto è stata la volontà di ciascun giocatore, titolare o subentrato che fosse, di volersi ritagliare un posto per i test match contro l'Australia.
Uno su tutti, Jonathan Davies, autore di una performance di sostanza, precisa, ed a parere di chi scrive vero "Man of the match". Ma non solo Davies, Warburton come sempre condottiero di un pacchetto ordinato, Alu Wyn Jones ed Heaslip a tratti inarrestabili, Vunipola e poi Corbisiero capaci di modificare azioni confuse trasformandole in punti di incontro ordinati...
Insomma, chi più ne ha, più ne metta, ma per il momento pare che cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambi.
In tutto questo la consueta precisione al piede di Halfpenny (autore inoltre di due mete) ha garantito un altro 100% che arrotonda il punteggio in quel sonoro 17 a 47 di cui si discuteva poc'anzi.
Ed anche sotto questo aspetto, una volta sostituito l'estremo piazzatore titolare, al suo posto è subentrato un tale di nome Farrell che dall'angolino ha fatto capire che con i piedi anche lui ci sa fare. Viene da pensare che al di là di questi due c'è anche un altro tale, di nome Sexton, che ha fatto della precisione al piede uno dei suoi tratti distintivi. Pertanto tornando alle scelte di cui si discuteva ad inizio articolo viene da chiedersi: c'era davvero bisogno di Wilkinson in questi Lions?
La risposta potrà essere data solo alla fine di questo tour. Ciò che si può dire oggi di Gatland è che dopo questi primi test match, per il momento, ha visto proprio giusto.

 

Tabellino:

Lions: Halfpenny (Kearney); Maitland, Davies, Roberts, Zebo; Sexton (Farrell), Phillips; Vunipola (Corbisiero), T Youngs (Hibbard), A Jones (Cole), AW Jones, O'Connell (Parling), Croft (Lydiate), Heaslip, Warburton (capitano).

Mete: Sexton, Halfpenny (2), Croft, Davies.
Trasformazioni: Halfpenny (4), Farrel
Calci piazzati: Halfpenny (4)

Waratahs: Mitchell; Crawford, Horne, Carter, Betham; Foley, McKibbin; Tilse, Ulugia, Ryan, Skelton, Atkins, Holloway, McCutcheon, Dennis (capt).

Non entrati: Holmes, Aho, Talakai, Timani, Gilbert, Lucas, Volavola, Kingston.

Mete: Carter (2). 
Trasformazioni: McKibbin (2)
Calci piazzati: McKibbin

 

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