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   Il punto di Francesco Pierantozzi

 

Il Sei Nazioni è prigioniero delle sue tradizioni? O le sue tradizioni sono la sua forza? Non è una domanda tra filosofia alla Marzullo da notte di Raiuno o un gioco di parole ma quello che deve affrontare il più vecchio torneo che ci sia. 

Di cosa parliamo? Ma, prima di tutto, del sistema di punteggio, due punti per la vittoria è uno per il pareggio, con bonus assenti, perché altrimenti si potrebbe finire per fare il Grande Slam  (...tradizioni...) senza vincere il Sei Nazioni… Certo un caso particolare, "di scuola", però possibile. I bonus renderebbero però più spettacolari le partite, più gioco offensivo… Le solite cose che sappiamo tutti. Forse interessa poco a tutti quelli che vanno allo stadio o guardano le partite, colpiti dal fascino dello spettacolo del pubblico, degli inni, dello spirito di appartenenza, della lotta, dei trofei nel trofeo (Calcutta Cup, Triple Crown, perché no...Trofeo Garibaldi)...Tradizioni appunto. 

C'è poi chi aprirebbe al sistema di retrocessione-promozione, dopo la sparata inglese di un anno fa di una possibile cacciata dell'Italia dal Sei Nazioni subito smentita da altri che avrebbero pensato invece a tradizioni recenti e glorie del passato, anzi della storia..."volete mettere una gita a Roma con i suoi monumenti, il cibo, il vino, l'atmosfera (calore compreso) con una trasferta a Bucarest o Tbilisi?". Appunto...Però non un'idea da scartare in assoluto quella della retrocessione-promozione pensando a un torneo bis, di seconda fascia, con Georgia, Romania, Russia, una tra Portogallo e Spagna, e le due ricche e popolose emergenti nordamericane: USA e Canada. Bisogna guardare avanti, altrimenti saremmo rimasti alle Home Unions, senza la Francia e l'Italia.

E del presente? Con la "Noves" Francia che vorrebbe tornare al passato del suo gioco brillante con un'operazione di ringiovanimento, con l'Irlanda che perde un leader dietro l'altro, con l'Inghilterra che non risolve i nodi principali (nr. 12 e nr. 7) e mette assieme Ford e Farrell, con la Scozia che è molto ben allenata ma al Mondiale ha forse dato l'impressione di valere più di quanto valga in realtà, con il Galles che potrebbe e dovrebbe essere considerato il favorito, rodato, allenato, con leader dappertutto e gioco brillante. Già...e l'Italia? Scartata da tutti i pronostici, non considerata, messa sotto accusa da chi la vorrebbe retrocessa...e' nella condizione ideale di sorprendere, calendario compreso. Coraggio, ci vuole coraggio, anche nel mettere in campo quei giovani che sono stati costruiti in casa, che hanno qualità, voglia...accanto a un fuoriclasse unico come Parisse. E non parlate di cucchiaio di legno, anche perché non abbiamo ancora capito il senso anglosassone dell’assegnazione... Tocca alla squadra ultima in classifica, non a quella che perde tutte le partite… In quel caso si tratta di "whitewash".... Ci vuole tempo per assorbire le tradizioni e capirle.  Figuriamoci quando si vuole superarle per cambiare.

 

Foto Elena Barbini

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