x

x

Solitamente la FIR preferisce dedicare le commemorazioni per la scomparsa di atleti azzurri e vecchi dirigenti federali, stavolta, per Giorgio, viene fatta eccezione. Sabato 7 e domenica 8 aprile verrà osservato un minuto di silenzio su tutti i campi da rugby di tutta Italia, un minuto di silenzio in memoria del nostro direttore Giorgio Sbrocco, scomparso la sera del 2 Aprile a causa di una terribile malattia che se lo è portato via nel giro di due mesi.

Giorgio era un grande uomo, grande di statura e grande come la sua conoscenza e capacità di comunicare rugby, attraverso i suoi insegnamenti quando è stato allenatore, attraverso le sue parole da giornalista e scrittore. Nel 1977 la vittoria dello Scudetto in seconda linea con la maglia del Petrarca, poi anni da responsabile del settore giovanile padovano, anni dedicati alla crescita di giovani talenti come i fratelli Bergamasco, Marco Bortolami e Leonardo Ghiraldini.

I funerali si svolgeranno venerdì 6 Aprile alle ore 16.00 a Sarmeola di Rubano.

Domenica, in fila in mezzo al campo, guardando le tribune, il nostro pensiero andrà a Giorgio, ex giocatore, allenatore, docente universitario, giornalista, scrittore e Amico.

Riportiamo il comunicato FIR dedicato a Giorgio e scritto da Andrea Cimbrico:

Il ricordo di Giorgio Sbrocco, giornalista e tecnico scomparso il 2 aprile a 64 anni

Giorgio Sbrocco aveva un vocione che sembrava preannunciare una tempesta, invece quando il telefono squillava e compariva il suo nome potevi sempre stare tranquillo: pur sapendo benissimo che il nostro lavoro comprende i rapporti con i giornalisti, si scusava sempre per il disturbo.

Perché giornalista Giorgio lo era – celebri le sue pagelle sugli Azzurri dalle pagine virtuali di RugbyMeet, ma anche la sua lunga collaborazione con “Il Giorno” – ma era anche uno di famiglia.

La consuetudine con l’ambiente gli veniva dagli anni passati in seconda linea con la maglia nera del Petrarca – dopo la moglie Isabella, l’altro grande amore della sua vita – e dalla grande passione per la palla ovale che, se possibile, era cresciuta una volta abbandonato il campo da gioco.

Per anni responsabile del settore tecnico del Petrarca Padova, aveva visto sbocciare sui prati della “Guizza” il talento dei fratelli Bergamasco, la leadership di Marco Bortolami, la furia agonistica di Leonardo Ghiraldini.

Per la FIR aveva tenuto corsi per il settore tecnico, ma la sua passione per lo sport lo aveva portato anche in cattedra, all’Università di Padova e a quella di Ferrara, per insegnare, lui che nasceva docente di educazione fisica, “Teoria, tecnica e didattica del gioco del rugby”.

Qualche mese fa, in una delle ultime telefonate, aveva chiesto la disponibilità a presentare insieme il libro sui settant’anni di storia del Petrarca che aveva realizzato con Alberto Zuccato, firma di lungo corso del Gazzettino, con cui aveva instaurato un’amicizia le cui radici sprofondavano nel tempo: avevamo scelto la mattina di Italia v Sudafrica del novembre scorso, radunando i colleghi accreditati.

Nella piccola sala stampa dell’Euganeo si erano assiepati giornalisti di tutte le età e di tutte le testate: tanti sapevano che non avrebbero scritto una riga, ma non era quello che contava e a Giorgio crediamo non importasse poi molto. C’era l’entusiasmo di sempre per un nuovo progetto portato in meta e la consapevolezza di aver costruito negli anni, con passione e serietà, un solido rapporto con il piccolo mondo degli scribi del rugby. Gli stessi che, da quando Giorgio se n’è andato, meno di quarantotto ore fa a nemmeno 65 anni, lo hanno salutato sulle pagine dei loro giornali.

Federugby.it, per abitudine, circoscrive i propri coccodrilli agli atleti azzurri ed ai vecchi dirigenti federali: per Giorgio, volentieri ed a malincuore, facciamo eccezione.

In memoria di Giorgio Sbrocco, nel week-end del 6-8 aprile, verrà osservato un minuto di silenzio sui campi di tutta Italia.