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È stato reso noto e pubblicato il bilancio preventivo Fir per il 2017. Niente lacrime e sangue, come da più parti temuto, niente smantellamento del sistema di formazione e dell’attività internazionale. Una mirata spendig review che abbatte circa 3 milioni di impegni di spesa. Giustificata, in buona parte, dalla riduzione delle entrate legate ai Test match di novembre che hanno portato nelle casse federali poco più di 2 milioni di Euro, a fronte dei 5 attesi sulla scorta dei numeri dell’anno precedente. Il valore della produzione passa da 47.2 mil a 44.6. Sale, anche se di poco, il contributo Coni che passa da 5 a quasi 6 milioni di Euro. Si riducono di quasi 2 mil i costi dell’alto livello (da 21.7 a 19.6). Quattro i centri di formazione confermati (a Roma quello più a sud, gli altri a Milano, Treviso e Prato). Confermata la squadra dell’Accademia Fir che parteciperà al campionato di serie A. Così come gli 8 mil a Zebre e Benetton per il Pro 12. Tagli lineari anche per le Nazionali di categoria con le conferme di: stage estivo con Leicester (u20), Cinque Nazioni per l’u18 che però non andrà in tour in Irlanda per i Test con le province, un torneo in Francia per l’u17 e per la Nazionale femminile è confermata la partecipazione al Mondiale grazie (così si dice) al contributo del Coni. Altre notizie riguardano il rugby domestico (nessuno vuole sponsorizzare l’Eccellenza e non ci sono all’orizzonte emittenti interessate all’acquisto dei diritti televisivi) e il progetto Seven, che si svilupperà di concerto con il Gruppo Sportivo Fiamme Oro. I revisori dei conti hanno puntato l’indici sulla situazione finanziaria delle Zebre.

Riassumendo: la Fir dispone di circa 45 milioni di Euro per fare il bene del rugby italiano. Non sono pochi. Perché aumentino occorrerebbe che quelli attualmente a disposizione producessero utili e, quindi, incrementi di capitale a disposizione. Soldi fanno soldi, si sa. Ma perché quelli a disposizione del rugby italiano possano diventare 50, poi 60 e, chissà, un giorno persino 100, occorrono risultati. Sul campo e fuori. Per raggiungere i quali servono piani di sviluppo e strategie. La palla, in altre parole, ora più che mai, è alla politica. A quegli uomini (c’è anche una donna) ai quali la base, chiamata a decidere attraverso un voto assembleare,  ha delegato la conduzione del movimento. Buon lavoro.