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Corrado Mattoccia e Il Museo del Rugby sono stati invitati al seminario organizzato dal New Zealand RUGBY MUSEUM e dalla New Zealand Rugby Union, tema del seminario “Tutela dell’eredità della maglia All Blacks”.

L’evento si terrà il 28 agosto a Wellington nella sede della NZRU il giorno dopo il match di Bledisloe Cup contro l’Australia, tra i relatori anche il mitico Sir Brian Lochore, All Blacks e allenatore del team che ha vinto la RWC 1987.

Il tema iniziale del seminario dibatterà della maglia, un’uniforme sportiva che ha assunto delle valenze ulteriori e rappresenta il brand All Blacks nonché è il trait d’union tra le generazioni passate, presenti e future. L’ All Blacks jersey ha ispirato quasi tutte le maglie delle altre squadre nazionali neozelandesi diventando anche tesoro da collezione in ogni parte del mondo.

Verranno toccati temi molteplici, alcuni dei quali specifici quali: l’eredità, passata e futura, l’ importanza sociale della maglia, la valutazione, l’identificazione e provenienza, la catalogazione, l’ esposizione e conservazione, comprarle, lasciarle in eredità o donarle?

Insomma un importantissimo punto di incontro e confronto tra i rappresentanti di musei, accademici, collezionisti e produttori dal quale, secondo il principio della condivisione delle esperienze, potrà scaturire un’importante possibilità di crescita e potranno nascere dei legami importanti e duraturi.

Noi di Rugbymeet ne abbiamo approfittato per intervistare Corrado prima della partenza per il paese della grande nuvola bianca.

 

Corrado sei il presidente della Fondazione Fango e Sudore, de Il Museo del Rugby, cosa significa questo invito per te? 

“Quando sono stato contattato la prima volta ho pensato che la mail inviatami dal Museo della New Zealand Rugby fosse spam; ho capito che fosse una cosa seria soltanto quando un importante collezionista australiano mi ha chiamato per dirmi se avrei partecipato al seminario. Non posso parlare di un sogno che si avvera perchè non ho mai pensato, forse sognato, di arrivare a tanto...ma questo è il riconoscimento di tanto lavoro mio e degli amici che mi sostengono in questa iniziativa”.

Lungo percorso che ti ha anche portato ad essere invitato dalla Rugby Football Union alla RWC 2015 a chi devi dire grazie?

“Grazie al Museo ho stretto tante amicizie importanti tra cui quella di Bob Reeves ex presidente della RFU presentatomi da Carlo Caione; ma ringraziare Carlo sarebbe troppo riduttivo perchè dietro al successo del nostro Museo ci sono tanti amici, tutti quegli amici e sostenitori che mi aiutano e che mi permettono di girare l'Italia e il mondo a "raccattare cose"”.

Cosa ti ha portato a decidere di fondare il Museo? E’ stato tutto rose e fiori?

“Il Museo è nato nel garage di mio padre dove mi riunivo con gli amici e dove tenevo le mie poche cose del rugby ... da li abbiamo iniziato a dire che ci vedevamo al Museo fino al breve passo di aver iniziato a custodire le cose di Giovanni "Nanni" Raineri e di Mirco e Mauro Bergamasco ai quali ho "rubato" qualsiasi cosa trovassi nella loro casa parigina quando andavo a trovarli. Rose e fiori? Oggi devo dire solo fiori, per fortuna, ma all'inizio delle rose avevo solo il gambo con le spine. Totò Perugini era uno di quelli che all'inizio voleva picchiarmi.....ora custodiamo le sue cose più importanti e ci sostiene anche economicamente....ma non è il solo”.

La Federazione  (FIR) ti ha supportato?

“Tempo fa avevo  chiesto alla Federazione che venisse riconosciuta la Fondazione e un contributo economico, ma la richiesta si è risolta con un nulla di fatto. Ho riproposto la richiesta di contributo per partecipare al convegno del 28 agosto prossimo in Nuova Zelanda con gli stessi esiti. Posso dirti che mi sono messo l'anima in pace e abbiamo deciso che andremo avanti anche senza l'aiuto di FIR...d'altronde siamo arrivati fin qui senza il loro aiuto e mi sembra che di strada ne abbiamo fatta. Approfitto per ringraziare “Cinema sotto le Stelle” organizzato da Daniele Mandova, Simona Azzola e i soci del Museo che mi hanno aiutato a raccogliere i fondi necessari a permettermi di partecipare a questa importante iniziativa in Nuova Zelanda”.

Dove vedi il Museo tra 5 anni?

“Sicuramente in Giappone ma per il resto devi aspettare il mio ritorno dalla Nuova Zelanda”.

 

Grazie mille e a questo punto non ci resta che aspettare fiduciosi e per scoprire le novità, intanto complimenti per il grande lavoro svolto per la causa del rugby e per il risultati sin qui raggiunti.

Buon viaggio Corrado e non farti “beccare” a staccare manifesti in giro…chi volesse approfondire potrà chiedere direttamente a te contattandoti alla Fondazione “Il Museo del Rugby, Fango e Sudore”