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“Non sono fra quelli che ritengono gli arbitri determinanti per il risultato finale”

Massimo Brunello da Arquà Polesine, cuore e anima rossoblu, talento da purosangue di razza quando giocava, competenza e professionalità al servizio di progetti importanti una volta diventato allenatore. Alla seconda stagione a Calvisano rincorre lo scudetto che lo scorso maggio si è fermato sul verde del “suo” Battaglini e che ora risplende sulle casacche dei suoi ex compagni di avventura. Sabato al San Michele è tempo di Calvisano – Petrarca. La prima contro la seconda.

ï         La classifica non conta, però…
-          Però, punto 1: vincere è sempre meglio che perdere. Punto 2: forse i giochi per l’accesso ai play off sono già in buona parte fatti. Ma le posizioni in griglia: no. E finire la stagione regolare al primo posto è fra i nostri obiettivi. Se vinciamo scaviamo nei confronti della più diretta concorrenza un discreto solco. Non impossibile ma assai difficile da colmare. Dovessimo perdere o pareggiare… no.

ï         E poi c’è l’imbattibilità che dura da 8 turni, mica bruscolini…
-          Vincere aiuta. A stare bene, ad allenarsi con convinzione, ad essere gruppo, a superare le contrarietà e a risolvere problemi. Vincere tanto e in sequenza porta la squadra ad acquisire quella maturità e quell'autorevolezza che nei momenti di difficoltà si dimostra determinante per ottenere il risultato sperato o, quantomeno, per contenere e limitare i danni. Puoi anche non essere al massimo della forma e della condizione, ma l’abitudine “a farcela” ti porta a trovare le vie d’uscita anche quando sembri aver smarrito la strada. Le nostre ultime due prestazioni non sono state quel che si dice delle partite perfette, né bellissime da vedere. Ma le abbiamo portate a casa. Ecco a cosa serve vincere: a continuare a farlo! O almeno a provarci sempre.

ï         L’avversario che vi attende, di partite ne ha persa una sola (Rovigo, ndr). Qual è il suo punto di forza?
-          Le fasi di conquista, soprattutto la mischia chiusa. In questo settore ritengo sia la migliore formazione del campionato. Ma il Petrarca esegue anche un ottimo drive. Vietato concedergliene troppi...

ï         Come giocherà Calvisano una partita che si annuncia ricca di insidie nelle fasi statiche?
-          Alzando il ritmo il più frequentemente possibile con l’obiettivo di creare spazi da attaccare avanzando. Ci assumeremo la giusta dose di rischi ma chi andrà in campo è consapevole che si tratta di un prezzo da pagare per arrivare in meta. Fondamentale sarà la capacità di interpretare le situazioni, trovando i giusti adattamenti. La nostra mediana ha già dato in questo senso ampie garanzie. Quella del Petrarca pure… Sarà guerra vera anche in cabina di regia. Ne guadagnerà lo spettacolo.

ï         Potendo scegliere: chi vorrebbe come arbitro?
-          Il migliore. Ma so che sabato è impegnato e che quindi non è disponibile. Devo dire che ho della classe arbitrale italiana un’ottima considerazione. Quindi non faccio nomi, mi affido al designatore. Posso dire che sono fra quanti non ritengono gli arbitri determinanti nella determinazione del risultato finale.

ï         Uscendo dal clima pre partita: al suo Rovigo che voto si sentirebbe di dare a questo punto della stagione?
-          Alto. Hanno patito un numero molto alto di infortuni, hanno messo in campo giovani che hanno risposto alle attese. Dalle ultime due partite, entrambe in trasferta,  hanno portato a casa 9 punti fra Mogliano e Roma (FFOO, ndr). Direi che un posto in semifinale se lo sono in buona parte già conquistato. Resta da vedere dove arriveranno a fine stagione regolare.  Al momento, numeri alla mano, sono in piena corsa per il primo posto. Una motivazione in più, per noi,  per vincere sabato

ï         E Viadana? Ha già vinto il duello a distanza con le Fiamme Oro?
-          Non è detto. Viadana finirà il mese di gennaio affrontando Rovigo e Petrarca, le Fiamme se la vedranno con Mogliano e Piacenza. Meglio aspettare e sospendere il giudizio. Io comunque dico Viadana. Le Fiamme mi danno l’impressione di aver perso troppi treni in corsa. Persi di poco, ma sono treni che non ripasseranno.

ï         Sei Nazioni 2017. Niente pronostici, ma un commento sulle convocazioni del ct O’Shea.
-          Sono contento per la chiamata di Ruzza. Se la merita. Un altro giovane che arriva a vestire la maglia azzurra dopo essersi formato all’Accademia federale di Mogliano (dove Brunello ha lavorato dal 2009 al 2014, ndr). Prima di lui: Boni, Zanusso, Campagnaro e Bellini hanno percorso la stessa strada. La cosa non può che farmi piacere e riempirmi di un orgoglio, credo, del tutto giustificato.

 

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Foto Alfio Guarise