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Ancora una volta è andata così. Con loro vincitori e noi sconfitti. Altro Whitewash, altro Cucchiaio di Legno. Eppure a guardare i numeri questa sconfitta appare assurda. E rieccheggiano le parole di Parisse "non capisco come abbiamo fatto a perdere".

Dando uno sguardo alle statistiche l'Italia ha detenuto un possesso palla del 47%, contro il 53 della Scozia: va sottolineato che nel 48% di occupazione territoriale gli Azzurri sono riusciti a stabilirsi per quasi 25 minuti nell'area avversaria, arrivando a marcare due mete.

430 metri: questo il guadagno territoriale dei nostri, contro i 381 metri della Scozia; oltre ai 54 palloni portati, contro i 49 scozzesi. In totale l'Italia ha concretizzato 185 placcaggi e ne ha sbagliati 20; la Scozia ne ha concretizzati 158 e sbagliati 15.

Dove è sorto il problema? Dove gli Azzurri hanno buttato via il match, passando da un 24-12 a 27-29? I momenti di blackout, seppur minimi, continuano ad esserci. Per quanto l'Italia è riuscita a chiudere gli spazi ai cavalli di razza di Townsend (in particolar modo a Huw Jones) nei momenti giusti i Cardi si sono fatti largo con una rolling maul solida e compatta, con cui hanno ottenuto le punizioni necessarie per ipotecare il match.

Nulla da togliere alle prestazioni individuali della nostra squadra, ad un immenso Tommaso Allan (12 placcaggi, 59 metri guadagnati, 2 mete, 2 palloni portati, un calcetto per la meta di Minozzi), agli inossidabili senatori Parisse e Ghiraldini (22 e 19 placcaggi, i numeri più alti della partita), alle ottime qualità dell'esordiente Jake Polledri (12 placcaggi e 3 difensori battuti). Poi Budd (17 placcaggi), Tommaso Castello (13 placcaggi, 35 metri guadagnati, 9 palloni portati). Dall'altro lato c'è il miglior estremo di questa stagione, Stuart Hogg (111 metri e 5 difensori battuti) che ha trovato tante difficoltà in questa partita eppure lo spazio per una meta lo ha trovato.

Infine ci sono i numeri dell'Olimpico: 60,412 spettatori, un risultato simile alla sfida con l'Inghilterra (61,000 spettatori)... ovviamente con il contributo dei tifosi stranieri.

Il quid continua a mancare. Possiamo dire che nelle situazioni migliori loro conservano una mentalità vincente, anche se sotto di 12 punti.

 

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Foto Alfio Guarise